Tapas: accendere il Fuoco Interiore

Il termine Tapas viene tradotto come austerità o disciplina, ma deriva dalla radice Tap- che significa riscaldare, illuminare, ardere; distruggere con il calore; praticare austerità.
Tapas è uno dei cinque Niyama, principi etici da osservare, ed è il secondo degli otto aṅga (membra) del Patañjaliśāstra.
Questo concetto evoca sicuramente disciplina, ma anche passione, determinazione e coraggio nell’eliminare le impurità fisiche, mentali ed emotive.
La pratica dello Yoga genera un fuoco interiore che permette di bruciare gradualmente queste impurità, giorno dopo giorno, portando equilibrio nell’intero sistema: corpo e psiche.
Tapas non ha lo scopo di rendere la pratica più difficile, ma piuttosto di aiutarci a trovare stabilità e a distogliere la mente dalle distrazioni che ci affliggono, comprese le problematiche quotidiane e le delusioni.

Nel Patañjaliśāstra, incontriamo il termine Tapas in due passaggi significativi:

  • Sūtra 2:1- In questo sūtra, Tapas è intrecciato con altri due concetti etici:
    Tapaḥ svādhyāyeśvara praṇidhānikriyā yogaḥ
    L’austerità, lo studio di sé e la rassegnazione all’Iśvara (la divinità) costituiscono lo Yoga preliminare, noto come Kriyāyoga.
  • Sūtra 2:43- Spiega cosa si intende con Tapas:
    Kāyendriyasiddhir aśuddhikṣayāt tapasaḥ
    Dall’ardore nella disciplina, grazie alla purificazione delle opacità, si scopre la possibilità di perfezione fisico-sensoriale.

È proprio grazie alla disciplina che si ottiene il pieno controllo degli organi di senso, del corpo e della mente. Per comprendere meglio il concetto di Tapas, possiamo ricorrere a una metafora della Kaṭha Upaniṣad che recita: «Riconosci il sé come il viaggiatore in un carro. Il corpo è il carro. L’intelletto è il cocchiere, la mente sono le redini. I cinque sensi sono i cavalli, l’oggetto dei sensi è la materia terrestre. L’insieme di sé, mente e sensi, i saggi lo chiamano colui che prova piacere. I sensi di colui che non comprende, la cui mente è instabile, sono guidati come cavalli bizzarri. Ma i sensi di colui che comprende, la cui mente è stabile, sono ben controllati come cavalli docili».
Se si è disciplinati e si applica la pratica di Tapas costantemente, si avrà il controllo dei “cavalli” (i sensi) e, di conseguenza, della propria vita.

Tapas, quindi, non significa semplicemente forza e fatica fisica. Al contrario, lo Yoga preliminare da seguire, come indicato nel sūtra 2:1, esorta il praticante a trovare il tempo per osservare se stesso in relazione alle dottrine dello Yoga. Questo implica testimoniare continuamente le proprie attitudini e reazioni, imparando a farlo senza giudizi o risposte affrettate. Invita a coltivare la fede in qualcosa che va oltre la sfera individuale, osservandosi come un tutt’uno con il mondo. Comprendere bene Yama e Niyama (i primi due passi dello Yoga) rappresenta la base di questa consapevolezza.
Non è importante quale pratica si scelga di seguire; l’aspetto fondamentale è che quest’ultima serva effettivamente a promuovere un cambiamento positivo. È necessario affrontarla con grande impegno, cuore aperto e costanza. Durante un percorso di dedizione profonda, il cammino può diventare difficile; in questi momenti, non è il caso di deviare. Tapas richiede che il praticante, con o senza l’aiuto di un maestro, trovi gli strumenti giusti per non abbandonare il percorso scelto.
Tapas è anche connesso a prajñā, la conoscenza o saggezza suprema interiore. Quando il nostro percorso incontra ostacoli o difficoltà, dobbiamo riconnetterci con prajñā e ricordare il nostro processo spirituale, il cammino già percorso e, soprattutto, l’intento che ci ha animato fino a quel punto. Tapas, nel suo significato di “fuoco”, brucia e purifica, trasformando in cenere i modelli e le abitudini negative che spesso sosteniamo con un grande dispendio di energie. Per raggiungere il successo, può essere utile porsi alcune domande:
– Quali sono le negatività o impurità che frenano il mio percorso?
– Come posso scoprire la loro origine?
– Quale pratica posso applicare per eliminare queste impurità?
Sul tappetino, coltivare il Tapas potrebbe significare affrontare pratiche difficili, oppure mantenere una postura statica per un periodo prolungato, mettendo alla prova concentrazione e pazienza. Senz’altro, se l’esercizio si estende oltre le proprie capacità, si è impegnati intensamente in ciò che si fa, poiché non è possibile distrarsi. Praticare con costanza, applicando le difficoltà in modo graduale e preservando un senso di umiltà, riconoscendo di non essere perfetti, sono aspetti essenziali per ottenere il cambiamento che la pratica di Tapas può offrire.
Tapas ci invita a uscire dalla nostra comfort zone; questo aspetto dello Yoga diventa sempre più chiaro, specialmente durante la meditazione. Tapas ci guida in quelle “lezioni di vita”, smussando pregiudizi, preconcetti e schemi mentali illusori che possono diventare vere e proprie zavorre. Dietro alla parola Tapas si cela un concetto di ampia portata che, se messo in pratica, accende il nostro fuoco interiore. L’ardore richiede di aprirci alle nuove possibilità e di lasciarci meravigliare.

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Fonti:
Federico Squarcini, Patañjali Yogasūtra, Einaudi, 2015 Torino
Upaniṣads: Kaṭha, Chāndogya, Keṇa, taught by Varun Khanna

 

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