È una pratica complementare ai metodi più yang e dinamici.
Può essere considerata una pratica statica che arriva alle parti più profonde del corpo e della mente. Se nell’Haṭha, nell’Aṣṭāṅga e nel Vinyāsa si lavora molto attivando la muscolatura, nello Yin si punta a disattivarla totalmente: si cerca di rilassare il corpo per raggiungere i tessuti connettivi interni, tutto ciò che permette al corpo umano di restare ben “saldo” e acquisire un buon range di mobilità. Praticando Yin aumenta la flessibilità del corpo ma anche la calma della mente che durante la pratica si troverà quasi in uno stato meditativo.
Informazioni
Giulia Picchiàmi
È una pratica complementare ai metodi più yang e dinamici. Può essere considerata una pratica statica che arriva alle parti più profonde del corpo e della mente. Se...